Il saggio di Sachs o il giallo di Markaris? Che razza di quesito! E’ ovvio che non ci può essere equiparazione tra i due generi letterari, però un ragionamento si può azzardare per arrivare alla scelta più adatta.

Se la crisi ci ha già lasciato al verde e siamo fra quei 6 su 10 italiani che non vanno in vacanza allora il nuovo libro di Sachs fa per noi. Si intitola “Il prezzo della civiltà”, esce per i tipi di Codice edizioni. Una buona lettura per chi resta a marcire in città, lontano dalle brezze marine e dalle frescure di un ombrellone. Sachs viene considerato uno dei più celebri e influenti economisti americani (almeno stando a quanto scrive il New York Times). In questo volume punta il dito contro i ricchi che si sono dissociati dal resto della società, abbandonandola: adesso – dice lui – è il tempo che facciano la loro parte. L’autore pensa sia fondamentale non voltare le spalle ai poveri e impegnarsi nel recupero delle virtù civiche e nella costruzione di una società consapevole, in cui si lavori per il capitale sociale, prima che per quello finanziario. Sachs indaga in profondità le cause della recessione globale e giunge ad una conclusione in controtendenza: l’economia è una questione di equità.

Se invece la crisi non ci ha lasciato al verde (o almeno non l’ha fatto ancora) allora possiamo concederci la lettura piacevole e sicuramente meno impegnativa del nuovo thriller dell’autore greco. Per Bompiani esce L’esattore, il secondo titolo che dopo Prestiti scaduti punta alla costruzione di una singolare trilogia che assume come sfondo la crisi economica greca e le sue conseguenze sociali. Nell’Esattore Petros Markaris (Istanbul, 1937) descrive le gesta di un killer sui generis, che fa strage di evasori fiscali. Come sempre toccherà al commissario Charitos fermare questa sorta di giustiziere sociale.
(8 luglio 2012)