Qual è il tuo libro preferito di sempre? Gli viene chiesto. E lui spiega che da ragazzo è cresciuto senza televisione in casa “e così ho letto voracemente”. Brown consegna la palma del suo primo ricordo di lettura a “Nelle pieghe del tempo” di Madeleine L’Engle, un romanzo fantasy per ragazzi. E spiega: “A metà del libro, mi
ricordo che mia mamma mi diceva che era ora di andare a letto. E io non riuscivo a dormire perché ero così profondamente preoccupato… Il giorno dopo, quando ho finito il libro, mi ricordo che ho pianto con sollievo perché tutto era risolto. L’emozione mi ha
sorpreso… E’ stato in quel momento che mi sono reso conto della magia della narrazione e del potere della parola stampata”.
All’autore del Codice Da Vinci viene poi chiesto da quali storie sia particolarmente attratto e quali preferisce evitare. E lui risponde secco: “Leggo saggistica quasi esclusivamente, sia per la ricerca e anche per il piacere. Quando leggo romanzi, si tratta quasi sempre di genere thriller… Ma niente horror: mai. Quando avevo 15 anni, ho fatto l’errore di leggere parte di L’esorcista. E’ stato il primo e l’ultimo libro dell’orrore che abbia mai aperto”.
Quindi gli viene chiesto che cosa renda un testo un buon thriller. E Dan Brown ribatte: “Per me, un buon thriller deve insegnarmi qualcosa sul mondo reale. Thriller come Coma, Caccia a Ottobre Rosso e The Firm tutto mi ha affascinato, aprendo scorci in mondi di cui sapevo molto poco – la scienza medica, la tecnologia sottomarina e la legge. Per il mio gusto, un grande thriller deve contenere al suo interno un dibattito etico che stimoli la riflessione o un dilemma morale. Alcuni dei miei preferiti nel corso degli anni sono stati Avventure di un uomo invisibile di H.F.S., Contatto di Carl Sagan, e anche il classico Dracula di Bram Stoker, che, costeggiando i bordi dell’orrore, erano delle autentiche lezioni di suspence che non riuscivo a metterli giù”.
Infine la domanda: “Che libri potremmo essere sorpresi di trovare sugli scaffali della tua libreria?”. E Browun confessa di prediligere le biografie di Steve Jobs, Andre Agassi e Clive Davis, oltre a una dozzina di libri d’arte moderna, in particolare le opere di M.C.Escher.
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