cacciatore, camicia bianca e fisico imponente. E’ stata una delle
manifestazioni che hanno caratterizzato il XVI Colloqui Internazionale Ernest Hemingway, che si è tenuto qualche giorno fa nella capitale cubana, con la partecipazione di una trentina di esperti dell’opera del Premio Nobel.
All’Avana sono piombati i vincitori di una serie di concorsi organizzati negli Stati Uniti per eleggere i migliori «Hemingway look-alike», individui che magari non sapevano affatto scrivere e che pure gli somigliavano moltissimo.
Al Floridita Hemingway era solito fermarsi a bere daiquiri.
Sei i sosia principali: Stephen Terry, Gregory Fawcet, Wally Collins, Thomas Mitchell, Edward Barry e Far Torrell.
Ospite d’onore, un canadese: Gordon Sinclair, che ha presentato un monologo per evocare gli anni dello scrittore sull’isola, dove visse per circa un ventennio.
Da ricordare che la casa cubana dello scrittore, La Vigia, è diventata un museo, che da anni sta collaborando con il Northeast Document Conservation Centener americano per preservare, catalogare e restaurare i manoscritti che Hemingway lasciò nella casa prima di partire da Cuba nel 1960, poco dopo l’arrivo al potere di Fidel Castro.
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