Esiste “una complicità tra il fantasma della forza e l’attitudine alla sottomissione” nelle donne.
Viene da chiedersi se questo volumetto di Nadia Fusini dal titolo Hanna e le altre (Einaudi) non possa essere di aiuto in questi giorni.
E’ evidente che il libro ha una genesi e una traiettoria ben diverse, volta più che altro a scandagliare gli intrecci tra le tre pensatrici (Arendt, Simone Weil e Rachel Bespaloff) che negli anni della Seconda Guerra approfondirono ciascuna per suo conto i temi della violenza, del potere e del conflitto. Ma chissà se la lettura non sia utile a riscoprire l’attualità di quelle riflessioni, di quell’esercizio della sopravvivenza e di quella capacità di tutelare la propria integrità. In fondo dietro quel termine orrendo – femminicidio – coniato dai media dei nostri giorni (manco fosse una fenomenologia inedita) c’è qualcosa di ben più antico: la violenza, appunto, la ferocia, la volontà di sopraffazione.