Alle due, puntuale Valerio Moccia, gestore della tabaccheria- ricevitoria, si presentò in ufficio, ma il commissario non c’era. Andava di fretta, dichiarò impaziente e allora Sirica per evitare che innervosendosi non volesse più parlare, disse affabilmente:
“Non c’è problema, potete dire a me, in fondo è solo una semplice formalità, accomodatevi. Vedete, signor Moccia, sarò sincero con voi, ma non lo andate a riferire in giro: con il delitto Gargiulo siamo in alto mare e così il commissario pensa che la storia della vincita possa essere vera. Voi potreste essere un po’ più preciso, voglio dire, siete in grado di escludere che la schedina vincente sia del Gargiulo?”
“Ve lo ho già detto che non si può dire nési né no, sulle schedine nessuno ci mette il nome!”
“Lo so – disse paziente il poliziotto – però che so, forse l’orario in cui è stata giocata, quello risulta?”
“Già, non ci avevo pensato – mentì spudoratamente il gestore – questo si può controllare. Se volete ora vado al negozio e controllo.”
“Certo, fatecelo sapere al più presto e, visto che vi trovate, cercate di controllare anche le giocate delle scorse settimane, quelle fatte più o meno all’ora del Gargiulo naturalmente, magari riusciamo a sapere che numeri giocava.”
“Va bene, ci provo ma non garantisco niente.”
“Sentite, mi è venuta un’idea, più tardi vi mando un agente in borghese, farà finta di comprare che so una caratura, così potete riferire direttamente, senza che vi scomodate a telefonare. Restiamo d’accordo così.”
“E va bene,” acconsentì Valerio Moccia con scarso entusiasmo.
Il commissario intanto era rientrato insieme all’agente Minardi, veramente aveva sperato che la cosa venisse notata dall’ufficio ed in particolare da Sirica, ma questi, impegnato come era con il Moccia, non li aveva degnati di uno sguardo.
Appena il tabaccaio fu uscito, il commissario per darsi un tono disse: “Secondo me è meglio mandarlo subito un agente, prima che quello combini qualcosa.” e guardò l’agente Landolfi che stava litigando con grammatica e sintassi insieme ad una macchina da scrivere.
“Landolfi!” urlò Sirica.
“Non ci pensate nemmeno!” esclamò il giovane continuando a pestare con violenza sui tasti,poi si riprese: “Scusate, commissario, volevo dire se posso prima finire questo rapporto se no mi scordo le cose…”
“Posso andarci io.” suggerì la Minardi.
“Benissimo, forse lei è proprio la persona adatta. Cerchi di farle lei le ricerche,se riesce ad accedere ai computer.”
“Lasci fare a me, commissario.”
“Sempre la prima della classe!” esclamò Sirica appena la donna lasciò l’ufficio.
“Com’è, Sirica, la signora non è più nelle tue grazie?”
“Voi piuttosto, invece di andarvene a pranzo con le colleghe, perché non telefonate alla signorina Marinella che vi ha chiamato già due volte da stamattina.”
Il commissario, nascondendo un sorriso per quella scenata di gelosia trasversale, si affrettò a telefonare alla fidanzata.
Le donne, si sa, quando vogliono sono molto più efficienti dei colleghi uomini e Ester Minardi lo era in particolar modo. Dopo neanche due ore ritornò trionfante in ufficio con le seguenti notizie:
La schedina vincente era stata giocata alle undici e ventitré.
Ogni sabato, per un totale di otto volte, la stessa combinazione era stata giocata in quella ricevitoria quasi alla stessa ora.
Il gestore, Moccia Valerio, sosteneva di non averlo notato.
Nessun mercoledì era stata giocata una schedina analoga.
“Grazie, Minardi, ottimo lavoro. – disse il commissario – Prima di andarsene veda un po’ come fare per sapere se in qualche altra ricevitoria risulta giocata con regolarità al mercoledì la stessa combinazione.” Poi rivolto a Sirica: “Allora ci siamo,la vincita può essere veramente la causa di tutto. Dobbiamo solo sapere con chi giocava ed è fatta!”
Il commissario era quasi euforico, non che quello fosse un caso molto interessante ma, metodico come era, gli dava fastidio lasciare le cose a metà ed ora gli sembrava di avere a portata di mano la soluzione.
Ma Sirica, che a volte sapeva essere acido, gli spense gli entusiasmi: “Veramente se vi ricordate, un po’ avevamo già cercato di scoprire se giocava con qualcuno, ma o mentono o nessuno ne sa niente. Non vi credete che sarà una cosa semplice.” Concluse soddisfatto.
(13.continua)