Nei giorni in cui il parlamento italiano è invaso da orde di grillini giunge in libreria, per i tipi di Codice Edizioni questo interessante volume di Pierfranco Pellizzetti dal titolo “Conflitto. L’indignazione può davvero cambiare il mondo?”

Stiamo assistendo, in questi anni, a una progressiva accelerazione delle insorgenze sociali: dalle piazze maghrebine agli indignados fino a Occupy Wall Street, l’opposizione al vigente ordine economico e politico si è diffusa a macchia d’olio. Eppure sembra che le logiche che hanno regolato il mondo negli ultimi trent’anni non siano state neanche scalfite. Non solo: l’antagonismo di questi movimenti è rimasto confinato nella dimensione sterile della pura testimonianza, politicamente inerte. Perché? L’analisi del presente si traduce nelle pagine di Pellizzetti in una tesi: è il conflitto il vero motore del cambiamento, la linfa vitale utile ai movimenti per riconquistare posizioni di forza. Per mirare al cuore di tenebra del Potere del terzo millennio, indignarsi non basta più: occorre occupare democraticamente il punto critico dove il Potere collude con il Denaro. E questo saggio mostra come farlo.

Fino al 2011 docente di politiche globali a Genova, Pierfranco Pellizzetti scrive per “MicroMega”, “Critica Liberale” e “il Fatto Quotidiano”. Tra i suoi ultimi libri, Fenomenologia di Berlusconi (Manifestolibri, 2009), Liberista sarà lei (con Emilio Carnevali; Codice, 2010) e C’eravamo tanto illusi (Aliberti, 2012).