Meno venti alle Olimpiadi. Può essere l’occasione per entrare nel mondo dei Giochi con una riflessione più ampia su quello che l’evento ha rappresentato per le generazioni. Ecco dunque due letture.
“Giochi di potere. Olimpiadi e politica da Atene a Londra” è il lavoro che Nicola Sbetti pubblica per i tipi di Le Monnier.
Esiste veramente una sfera capace di tenere separato il mondo dello sport da quello della politica? L’autore prova a rispondere con una rapida carrellata che parte dall’antica Grecia e si conclude a Londra, ma si proietta fino al 2020.
Le vittorie, le sconfitte e i record si intrecciano con la diplomazia, la propaganda, i boicottaggi e il terrorismo.
In costante tensione fra la retorica tendente all’universalismo e la prassi funzionale al nazionalismo i Giochi Olimpici offrono, nella loro storia ultracentenaria, illuminanti chiavi di lettura per comprendere le relazioni internazionali e la diplomazia sportiva.
Sbetti è membro della Società Italiana Storia dello Sport, di cui è delegato regionale per l’Emilia Romagna. Fa parte della redazione della rivista di storia e critica dello sport “Lancillotto e Nausica” per la quale ha pubblicato il saggio L’insalatiera insanguinata. Scrive su “The Post Internazionale” ed ha collaborato con l’ “Unità”.

“Racconti olimpionici” è il testo con cui Bartolomeo Ruggiero propone da Monaco 1972 a Pechino 2008 dieci interviste, dieci testimonianze da parte di chi ha vinto i Giochi.
Seguendo l’ordine cronologico: Antonella Ragno (Monaco ’72), Klaus Dibiasi (Montreal ’76), Maurizio Damilano (Mosca ’80), Daniele Masala (Los Angeles ’84), Gelindo Bordin (Seul ’88), Giovanna Trillini (Barcellona ’92), Paola Pezzo (Atlanta ’96), Josefa Idem (Sidney 2000), Igor Cassina (Atene 2004), Chiara Cainero (Pechino 2008).
Per Mauro Pagliai editore Ruggiero, giornalista nato a Vallo della Lucania (Salerno), ha già pubblicato “Teste e palloni. Talenti compiuti e incompiuti nelle testimonianze dei grandi allenatori”.
(7 luglio 2012)