Voglio vivere sotto un pezzo di muro bianco dirupato sulla scogliera, armata delle mie spine a difendermi, e nelle mani non tenere niente. Con lo sguardo abbracciare la costa fino alla curva dell’orizzonte e diventare tutto quello che vedo e io voglio essere: erba, sabbia, corteccia, vespa, formica, sasso, lucertola, ragno, legno, tronco sulla spiaggia, barca, gabbiano, fico d’india, sole, mare, roccia, onda. Voglio essere tempesta, una tromba d’aria, scroscio di pioggia, lampo nella notte e notte chiara di luna, acqua di sorgente, vento che entra nelle case, brezza che sfiora la pelle, pianto di un neonato, grido di una madre, sguardo di un vecchio, armonia di un canto, sale sulle labbra, luce dell’alba negli occhi, voce di una parola, broncio di una figlia, dispetto di bambino, sogno mattutino, fiato di una frase sussurrata, un bacio e voglio essere vino, resina, l’odore dell’erba secca, il profumo di un’estate, il canto di una cicala. Perché da sola, nel silenzio, devo pensare fino ad intuire la meraviglia della terra, per diventarne parte. Un giorno, per questo, sotto il muro bianco disarmerò le spine e riuscirò a morire fiorendo.
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