Il secondo spunto di lettura buono per i giovani mi viene dal romanzo «Macolè. Licenza di vivere» (Progedit) nel quale Laura Zavatta mescola amicizia, amore, violenza e malavita. E’ presto detto, quel titolo pun po’ inconsueto viene fuori dal nome di una semplice ragazza di Orsara che a 17 anni subisce uno stupro in discoteca e per dimenticare e sfuggire alla rabbia del padre va a vivere in un altro piccolo centro del meridione italiano, a Lucera, dove incontrerà Babu, un suo amico di colore, emigrato dalla Nigeria, sbarcato sano e salvo sull’isola di Lampedusa e ingaggiato come bracciante da un latifondista del Tavoliere delle Puglie.
La giovane donna si ritroverà così invischiata, erroneamente, in un losco traffico di armi e di rifiuti tossici collegato con la pirateria somala dell’Oceano Indiano. Le peripezie in cui rimarrà coinvolta, in una spedizione voluta da un magistrato che cerca di stanare un influente personaggio italiano coinvolto nel grosso intrigo internazionale, andranno a intrecciarsi pericolosamente con la brutta vicenda del suo passato che le ha segnato in modo grave la vita. Salvarsi da situazioni estreme, avendo tutto il mondo contro, non sarà per lei impresa facile.

Macolè si inserisce nel progetto di una nuova collana di Progedit, Iris. Una collana di letteratura tutta al femminile, che racconta la vita e la forza delle donne di oggi e di sempre. Protagoniste, dirette ed indirette, le donne con le loro storie, i loro sentimenti, il loro coraggio. I temi riguardano essenzialmente la vita, la morte ed i sentimenti: momenti cruciali dell’esistenza delle donne e non solo. L’amore, l’amicizia, il dolore, la malattia, l’incedere inesorabile del tempo. Le cicatrici, la forza e la voglia di vivere.
Macolè fa parte di un gruppo di quattro storie che stanno per uscire: in “Tacco 12” una donna racconta alla figlia come si combatte un male terribile, la sclerodermia, con la “normalità” di una vita fatta di impegno, di lavoro e di relazioni; in “Non mi senti” una donna matura induce i due fratelli ad abbracciare un percorso di scandaglio interiore per aiutare il padre affetto da Alzheimer; in “Come un rombo…” protagonista ancora una giovane, invischiata in un esilarante “triangolo”: lei, lui e…l’altra, una mitica Harley Davidson.

L’autrice: Laura Zavatta è pugliese, nata a Foggia nel 1962, e insegna Filosofia del Diritto all’Università degli studi del Sannio. Ha scritto e pubblicato saggi e monografie a stampo scientifico, tra cui: “La pena tra espiare e redimere nella filosofia giuridica di Ugo Spirito” (Edizioni Scientifiche Italiane, 2005); “Colpa, pena e presagi d’amore nell’Umwertung di Nietzsche” (Edizioni Scientifiche Italiane, 2007); “Pena e giustizia nel concetto hartiano di diritto” (Edizioni Scientifiche Italiane, 2011); “Paradigmi di salvezza nella crisi della modernità” (Giuffrè, 2014).

La prima idea è qui


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