Quali sono i canali carsici che tengono insieme la filosofia, la psicologia e la letteratura? Sicuramente molteplici. Basterà ricordare che il grande Marcel Proust fu allievo modello negli anni liceali al Condorcet, specie per la filosofia, che era insegnata da Alphonse Darlu, e subì però l’influsso delle teorie di Bergson, del quale tuttavia non seguì mai i corsi.

E’ soltanto un segmento questo di Esplorando la coscienza, il volume scritto da Claudia Megale ppubblicato da Aracne editore indaga profili fondamentali della meditazione filosofica del Piovani, concentrando l’attenzione sull’esplorazione della coscienza. In particolare il lavoro privilegia il confronto con la psicologia contemporanea (da Allport a Binswanger) e la fenomenologia eterodossa francese (Merleau-Ponty), orientandolo sui temi dell’antiontologismo novecentesco in autonomo ripensamento dell’individualità storica e dell’oggettivazione etica anche in un ambito, quello letterario (Proust), poco approfondito dalla letteratura tradizionale.

L’autrice Claudia Megale ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Scienze filosofiche presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Ha pubblicato saggi e articoli su Vico e Cassirer, Jaspers e Piovani con particolare riferimento alle tematiche del linguaggio tra psicologia e letteratura. Tra le sue pubblicazioni: Function and Language in Ernst Cassirer and in the European Culture of his Time (2012); Note di Pietro Piovani alla filosofia di Jaspers (2012); Con Vico nei «sotterranei dell’anima» (2013).


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