chiellinilibroFarà storcere forse il naso a qualcuno che juventino non è questo libro scritto a quattro mani dal difensore della Juventus Giorgio Chiellini e dall’inviato della Stampa Pierangelo Sapegno, eppure sono convinto che agli amanti dello sport e dei libri potrà piacere “C’è un angelo bianconero: il mio maestro si chiama Scirea”. Già, perché anche se la fetta dei tifosi della Signora è composta da quasi 9 milioni sugli oltre 37 milioni complessivi in Italia (occhio agli ultimi dati pubblicati da Il Tifoso Bilanciato) c’è tanta storia del calcio italiano nel volume appena stampato da Mondadori.

Ma cosa ha mosso Chiellini a mettere per un attimo da parte le scarpette chiodate e indossare per 132 pagine i panni dello scrittore? Il ragionamento è semplice. Se giochi più di trecento partite con una maglia sola, è facile che diventi una bandiera di quella squadra, la Juventus. Ma se sei un difensore e non ti fai mai espellere nemmeno una volta e ne giochi altre settantotto con la Nazionale, e non offendi mai nessuno in tutta la tua carriera, forse lo diventi per tutti. Gaetano Scirea era davvero un angelo caduto nel mondo del pallone, come lo descrisse Enzo Bearzot, un angelo morto troppo presto, a soli trentasei anni, in un incidente d’auto in Polonia. Alessandro Del Piero disse una volta: “Il mio sogno sarebbe stato quello di essere visto dai bambini come io vedevo lui allora”.
E proprio come in uno specchio, Giorgio Chiellini, la bandiera della Juve di oggi, è andato a cercarlo, nella memoria e nelle immagini, nelle sue gesta e nei suoi silenzi, per raccontare, in fondo, una lezione di vita e di sport.

Se poi ci si aggiunge che Chiellini sia sempre stato attento alla comunicazione, come attestano i circa 900mila followers che lo seguono su Twitter, allora il quadro è del tutto chiaro. Alla vigilia del mondiale brasiliano, molto probabilmente l’ultimo della sua carriera.


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