Libri diffusi nel classico formato di otto pagine dei giornali economici britannici: è la trovata delle Edizioni Clichy. Una trovata che sembra del tutto fuori tendenza, nell’era del digitale, e che però ha il merito di porsi sul mercato in maniera vivace e agile, magari anche facendo storcere il naso a qualcuno dei più puristi (che forse grideranno alla blasfemia): e però qui sta tutta la modernità dell’operazione, che probabilmente accosterà alla letteratura anche lettori meno affezionati.
Sono già otto i titoli che saranno proposti nella collana intitolata Ro.Ro.Ro. Riallacciandosi a una storia quasi secolare come quella della Rowohlt Verlag, Clichy riproporrà in libreria i Ro.Ro.Ro. (Rowohlt-Rotations-Roman), gli antenati dei moderni tascabili. Nati nel 1950 per rispondere alle necessità di un Paese ancora annichilito dalle devastazioni anche culturali della Seconda Guerra Mondiale, i Ro.Ro.Ro. erano dei semplici giornali, stampati in rotativa sulla normale carta del quotidiano, riempiti però, anzichè dalle notizie, dai grandi classici della letteratura di ogni tempo: il tutto al prezzo di un marco, per permettere a tutti, anche i più poveri, di tornare a leggere. Riproporre quell’esperienza, a cui i “nuovi” Ro.Ro.Ro. si ricollegano direttamente anche nella grafica e nella carta, significa per noi richiamare quello spirito di amore per il libro e per le storie, e affermare con forza che anche nella peggiore delle crisi economiche e sociali la letteratura ha un ruolo di guida fondamentale e imprescindibile. E che è possibile la sua diffusione con un mezzo antico come il Ro.Ro.Ro., colto e insieme popolare, quasi usa-e-getta per permetterne la più facile distribuzione e il basso costo, ma in cui il contenuto abbia una centralità assoluta.
Si comincia da Kafka (La metamorfosi), Melville (Bartleby lo scrivano), Gogol (Il naso), Poe (Il cuore rivelatore), Dostoevskij (Le notti bianche), Roth (La leggenda del santo bevitore), Conrad (Cuore di tenebre), Stevenson (Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde).
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