Buona lettura!
Dante Alighieri: (Dante descrive la fede) come una favilla / che si dilata in fiamma poi vivace /e come stella in cielo in me scintilla (pag.6)
Martin Buber: Citava questa definizione dell’idolatria offerta dal rabbino di Kock: vi è idolatria «quando un volto si rivolge riverente a un volto che non è un volto». (pag.15)
Fedor Dostoevskij: nella sua opera L’Idiota, fa dire al protagonista, il principe Myskin, alla vista del dipinto di Cristo morto nel sepolcro, opera di Hans Holbein il Giovane: «Quel quadro potrebbe anche far perdere la fede a qualcuno». (pag.19)
Thomas Stearn Eliot: Quando la fede viene meno, c’è il rischio che anche i fondamenti del vivere vengano meno, come ammoniva il poeta T.S. Eliot: «Avete forse bisogno che vi si dica che perfino quei modesti successi / che vi permettono di essere fieri di una società educata / difficilmente sopravviveranno alla fede a cui devono il loro significato?» (pag.75)
Romano Guardini: la Chiesa — secondo le parole di Romano Guardini — «è la portatrice storica dello sguardo plenario di Cristo sul mondo» (pag.26)
John Henry Newman: l’unità della fede è dunque quella di un organismo vivente, come ha ben rilevato il beato John Henry Newman quando enumerava, tra le note caratteristiche per distinguere la continuità della dottrina nel tempo, il suo potere di assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra. (pag.66)
Friedrich Nietzsche: Il giovane Nietzsche invitava la sorella Elisabeth a rischiare, percorrendo «nuove vie, nell’incertezza del procedere autonomo». E aggiungeva: «A questo punto si separano le vie dell’umanità: se vuoi raggiungere la pace dell’anima e la felicità, abbi pur fede, ma se vuoi essere un discepolo della verità, allora indaga». Il credere si opporrebbe al cercare. (pag.4)
Jean Jacques Rosseau: si lamentava di non poter vedere Dio personalmente: «Quanti uomini tra Dio e me!» (pag.17)
Sant’Agostino: così si esprime nel suo linguaggio conciso ed efficace: «Ab eo qui fecit te noli deficere nec ad te», «Da colui che ha fatto te, non allontanarti neppure per andare verso di te». (pag.23)
Guglielmo di Saint Thierry: commenta un versetto del Cantico dei Cantici in cui l’amato dice all’amata: I tuoi occhi sono occhi di colomba (cfr Ct 1,15). Questi due occhi, spiega Guglielmo, sono la ragione credente e l’amore, che diventano un solo occhio per giungere a contemplare Dio, quando l’intelletto si fa «intelletto di un amore illuminato». (pag.35)
Ludwig Wittgenstein: È noto il modo in cui il filosofo Ludwig Wittgenstein ha spiegato la connessione tra la fede e la certezza. Credere sarebbe simile, secondo lui, all’esperienza dell’innamoramento, concepita come qualcosa di soggettivo, improponibile come verità valida per tutti. (pag.33)
Qui il testo integrale dell’enciclica Lumen Fidei in pdf enciclica-lumen-fidei
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