In particolare, sulle tecniche di scrittura, Grossman puntualizza di cambiare continuamente ogni sua opera “finché non va in stampa. Un libro si rifiuta di essere congelato. Se la storia, i personaggi, sono autentici, vogliono svilupparsi, rivelare altro e io amo rispondere alla loro vitalità. Con Che tu sia per me il coltello, a pochi giorni dall’uscita, una notte saltai giù dal letto: … decisi in un batter d’occhio di buttare via tutte le lettere della donna, 200 pagine vive, amate e sentii che il romanzo volava”.
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