Che accade se uno dei fondatori più accreditati della semeiotica visiva contemporanea si cala nella quotidianità dei linguaggi e si occupa di pubblicità? Già proprio di quelle reclame pubblicitarie che a tanti cittadini normali spesso possono sembrare così banali… Una risposta a questa domanda e a tante altre curiosità viene dal volume pubblicato da Franco Angeli editore (pagine 224, disponibile anche in versione e-book) che propone gli scritti di Jean Marie Floch.
Il libro dal titolo «Bricolage. Analizzare pubblicità, immagini e spazi» è una teoria di riflessioni e rielaborazioni dalle quali emerge da una parte l’obiettivo dell’opera di Floch (1947-2001), sempre teso a spiegare come segni e linguaggi intervengano im ambiti molto diversi della nostra vita di ogni giorno, nel campo sociale come in quello della comunicazione di massa, come anche della cultura. Dall’altra emerge con evidenza l’ambizione di Floch a mettere insieme più linguaggi diversi (dall’idea della contaminazione il rimando al titolo “Bricolage”) per rompere gli schemi tradizionali.
Il libro sembra particolarmente utile per chi lavora nei mezzi di comunicazione di massa, e naturalmente per gli esperti semiologi, e raccoglie una serie di testi di difficile reperibilità, scritte per riviste specializzate, e mai più pubblicati. Un’autentica chicca.


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