La ventata di novità portata nella Chiesa dal Concilio di Trento nel resoconto peraltro un po’ irritato di una suora del Cinquecento: è il contenuto del diario di una nobile monaca napoletana pubblicato in Le Monache Ribelli (Intra Moenia) A scrivere è suor Fulvia Caracciolo, entrata nel monastero benedettino di San Gregorio Armeno nel 1541 alla veneranda età di due (sì, proprio due) anni.

La storia in breve la spiega la curatrice del testo, Candida Carrino, sul sito della casa editrice.
Nella seconda metà del ‘500 un autorevole francescano scriveva in una lettera al Papa
che i monasteri napoletani erano ridotti a “case di meretrici”. Esagerazioni? In realtà in quell’epoca
le monache di origini nobiliari, costrette dalla famiglia alla scelta conventuale, conducevano una vita
di fasti: uscivano dalle mura del convento, ricevevano ospiti, svolgevano attività commerciali.
Insomma, autogestivano la propria vita e le proprie sostanze economiche.
Con la riforma tridentina il papato tentò di arginare questi costumi, imponendo rigide regole
per la vita monacale. Da qui la rivolta. Le monache non potevano rassegnarsi alla perdita
di decennali privilegi e contestarono, anche con asprezza, le nuove regole che volevano imporre
la rinuncia al loro stile di vita. Alla fine, alcune di esse decisero di abbandonare il monastero,
altre furono costrette a sottomettersi.
Questo libro costituisce la singolare cronaca ad opera di suor Fulvia Caracciolo dell’agitazione
che nel ‘500 vide protagoniste le monache di san Gregorio Armeno che si ribellarono
alla riforma tridentina imposta dal papato.


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